Specialisti in Tillandsie

Da anni, con passione, coltiviamo e facciamo conoscere le Piante d’Aria al pubblico tramite le migliori mostre di piante e fiori in Italia.
Di seguito troverai una piccola guida per conoscere queste piante straordinarie.

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Pianta d’aria

La Tillandsia è un genere di pianta erbacea perenne che comprende oltre 650 specie, appartiene alla famiglia delle Bromeliaceae e il suo nome trae origine dal botanico svedese Dr. Elias Tillandz (1640 – 1693).
La Tillandsia è originaria del continente Americano (zona tropicale – sub tropicale), è presente dal sud-est degli Stati Uniti fino all’Argentina, si trova in habitat naturali diversificati, dalle zone aride alle giungle e foreste pluviali, dal livello del mare ai 4000 metri delle cime vulcaniche; in regioni quindi caratterizzate da temperature, altitudini, luminosità, piovosità e umidità molto diverse l’una dall’altra.
Perché la Tillandsia è comunemente chiamata “Pianta dell’Aria” e dagli anglofoni “Air Plant”?: la maggior parte delle piante specie Tillandsia sono Epifite,  questa rappresenta una caratteristica che rende la Tillandsia particolare, affascinante, e unica. La Tillandsia epifita non radica nel terreno ma si “insedia” sia sui tronchi o rami di altre piante, sia su substrati inorganici.
La Tillandsia sfrutta altre piante esclusivamente come sostegno grazie ad un apparato radicale poco sviluppato, e attraverso il quale non assorbe alcun nutrimento dal soggetto che le ospita, per questa ragione non è classificata come pianta Parassita.

I Tricomi

La Tillandsia si nutre delle sostanze presenti nell’aria attraverso delle particolari strutture che ricoprono la pianta chiamate Tricomi. I tricomi possono assumere la forma sia di peletti finissimi, sia di squame a forma di scudo color argenteo. I tricomi assumono una duplice funzione sia di schermatura dai raggi solari evitando bruciature alla pianta, sia di intrappolare e assorbire l’acqua, sali minerali e sostanze nutritive presenti nell’ambiente. Grazie a queste particolari strutture la Tillandsia si nutre e si adatta ad habitat naturali diversi.

Aspetto

All’interno del vasto numero di specie ritroviamo un’ ampia varietà di piante che si differenziano nel loro aspetto per forma, dimensione, colore e fioritura: spesso queste differenze sono legate a fattori climatici e ambientali ma questo non rappresenta una regola assoluta. I colori delle foglie variano dal verde in diverse tonalità, all’argento fino al rosso acceso durante la fioritura. Ritroviamo foglie dalla forma piatta e sottile, foglie più carnose e succulente, foglie fini e rotondeggianti con forme arricciate o con portamenti più slanciati. Ritroviamo Tillandsie  con foglie larghe disposte a formare una rosetta la cui funzione è quella di serbatoio di raccolta dell’acqua (zone piovose); altre  dalla forma a cespuglio con foglie sottilissime completamente ricoperte da tricomi intenti a catturare e immagazzinare più acqua possibile in zone poco piovose. Per questa loro caratteristica molte Tillandsie sono considerate piante Xerofite ovvero adette a vivere in ambienti caratterizzati da lunghi periodi di siccità.

Riproduzione

La riproduzione della Tillandsia avviene per seme o per distacco di nuovi germogli che si generano alla base della piante madre in concomitanza della fioritura: i piccoli semi della Tillandsia sono forniti di un apparato setoso (una sorta di paracadute naturale) che gli permette di essere trasportati dal vento per poi aggrapparsi a tronchi o rami di altre piante così come a substrati inorganici; la riproduzione da seme è molto lenta; una nuova pianta richiede anni e condizioni particolarmente favorevoli  prima di raggiungere le dimensioni della pianta madre. Più veloce è invece la riproduzione per distacco di nuove piantine che compaiono in prossimità dell’ascella delle foglie basali; si tratta di un processo mediante il quale gemme latenti nascono, nella maggior parte di casi, nella parte basale della pianta nel periodo che accompagna la fioritura della pianta.

Fioritura

Le Tillandsie sono monocarpiche, ovvero piante che fioriscono, fruttificano e producono semi una sola volta durante il loro ciclo vitale. La Tillandsia può impiegare molti anni prima di fiorire.
Le inflorescenze (più o meno grandi) si presentano in spighe o grappoli con durata molto variabile, da qualche giorno a diversi mesi e presentano sfumature cromatiche a seconda della specie che vanno dal rosso, al viola, dal fucsia al bianco e al rosa.
Esistono specie di Tillandsia, quali  T. Brachycaolus e T. Ionantha dove, durante la fioritura, assistiamo al cambiamento del colore di tutta la foglia passando dal verde al rosso acceso  regalando così un effetto scenografico unico.
Il periodo di fioritura è variabile in base alla specie ma in genere va da giugno fino ad ottobre. Un fattore che contribuisce all’induzione della fioritura è il passaggio da una stagione fredda con contesto poco luminoso ad un clima più caldo e luminoso.

Coltivazione

La collocazione e il mantenimento delle Tillandsie epifite al di fuori del loro habitat naturale varia a seconda della specie (classificazione a foglia verde e foglia grigia) e del tipo di clima in cui si intende coltivare la pianta. Iniziamo col dire che la pianta si adatta molto bene alla coltivazione all’interno; la pianta predilige ambienti luminosi evitando però i raggi solari diretti specialmente durante la stagione estiva; la pianta si adatta anche ad ambienti meno luminosi diminuendo però le annaffiature; nella coltivazione all’interno occorre garantire un buon ricircolo d’aria per evitare marcescenze. Occorre nebulizzare la pianta una volta a settimana in inverno e almeno tre volte a settimana in estate evitando acqua troppo calcarea (acqua del rubinetto) perché il calcare si deposita sulla foglia inibendo le funzioni primarie operate dai tricomi. Durante l’annaffiatura evitare il ristagno d’acqua all’interno delle foglie, per questo si consiglia di scuotere delicatamente  la pianta capovolgendola al termine della vaporizzazione.

Usneoides - Piante d'aria

Coltivazione esterna

Per quanto concerne la coltivazione all’aperto occorre fare un distinguo tra piante a foglia grigia e piante a foglia verde: le prime  sopportano esposizioni solari maggiori rispetto alle seconde; importante  considerare però che l’esposizione diretta a raggi solari durante la stagione estiva può provocare bruciature tali da comprometterne la sopravvivenza anche in poche ore; si consiglia quindi di legarle, appenderle o appoggiarle (evitando ristagni d’acqua) all’ombra di altre piante o in luoghi luminosi ma protetti dal sole diretto.
Le temperature ideali variano a seconda della specie ma in linea generale si consiglia di non esporre la pianta a temperature minime prolungate inferiori a +8 gradi centigradi; può sopportare temperature minime di pochi gradi sopra lo zero ma per brevi periodi e in condizioni di pianta asciutta. Per quanto riguarda le temperature massime  si osserva che le piante a foglia grigia sopportano maggiormente alte temperature e bassi livelli di umidità rispetto alle specie a foglia verde.  Si osserva che la Tillandsia soffra temperature massime superiori ai +30 gradi.

Consigli

Consiglio di coltivare la pianta all’esterno dalla fine del mese di Marzo – inizio Aprile in concomitanza del rialzo delle temperature minime notturne, valutando la varietà in proprio possesso. All’esterno la pianta è molto autonoma perché è capace di catturare l’umidità dell’aria e la pioggia attraverso i tricomi, per questo motivo occorre iniziare l’annaffiatura all’esterno durante la seconda metà di Maggio un paio di volte a settimana fino ad arrivare ad almeno tre volte a settimana durante la stagione più calda (consigliato giornalmente con temperature superiori ai 28-30 gradi); diminuire ancora l’annaffiatura dalla seconda metà di settembre fino a sospendere in Ottobre per arrivare a spostare la pianta all’interno in coincidenza del calo delle temperature notturne.

Concimazione

In natura la Tillandsia riesce a trarre il nutrimento dall’ambiente grazie all’umidità e l’organico presente. Quando invece la pianta viene coltivata all’interno, occorre provvedere ad apportare tutte le sostanze di cui la pianta ha bisogno e che non sono presenti nell’ambiente domestico.:
AZOTO (N): è necessario per la crescita della pianta, ma un eccessivo apporto di questa sostanza la renderà meno coriacea e più vulnerabile ai cambiamenti  climatici in particolar modo agli sbalzi termici. Un eccessivo apporto di azoto può provocare l’ingiallimento delle foglie e la comparsa di macchie biancastre.
FOSFORO (P) e POTASSIO (k) aiutano la pianta nella fioritura.
Si consiglia di concimare la pianta da primavera con il rialzo delle temperature a metà Ottobre sospendendo nel periodo centrale più caldo (metà Luglio – metà Agosto) quando la piante va in estivazione, ovvero attiva un processo in cui la pianta va in una sorta di letargo dove smette di crescere per evitare una eccessiva disidratazione.  La concimazione può essere svolta ogni 15/20 giorni diluendo un misurino (se usiamo un concime liquido) o un grammo (se concime granulare) in 4 litri di acqua; oppure possiamo effettuare una concimazione continua (durante ogni annaffiatura) diluendo un misurino di concime liquido o un grammo di granulare  in 12 litri di acqua.
Le sostanze necessarie alla vita e alla crescita della pianta sono quindi il Ferro  (indispensabile per la fotosintesi crolofilliana), il Magnesio (importante per la colorazione delle foglie), l’Azoto per la crescita, il Potassio (oltre alla fioritura aiuta la pianta a fronteggiare situazioni climatiche più “estreme”, il Calcio (apporta vigore alla pianta) e il Fosforo (la rende più forte a superare periodi di carenze nutritive).

Biorilevatore

La Tillandsia è un  Biorilevatore, ovvero un rilevatore di sostanze inquinanti.  Assieme all’umidità cattura anche il pulviscolo atmosferico che contiene agenti inquinanti. Sono stati condotti studi universitari indirizzati all’utilizzo di queste piante come biorivelatori di inquinanti atmosferici in particolare per rivelare gli Ipa, ossia gli Idrocarburi Policiclici Aromatici, sostanze provenienti dalla incompleta combustione dei carburanti. La Tillandsia assorbe queste sostanze inquinanti e le metabolizza senza riemetterle nell’ambiente. La Tillandsia si presta più di altre piante alla funzione di biorilevatore per la sua caratteristica di essere una pianta epifita escludendo quindi interferenze dal terreno.

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